Qualcuno si chiederà anche chi sono. Velocissima autopresentazione.
Piero Maderna, nato a Milano nel ’69, l’anno della luna, di Woodstock e dell’autunno caldo.
Questa è una delle mie foto migliori: pensate le altre. Sto bevendo del mate a El Tigre, in Argentina.
Per vivere faccio l’ingegnere, mi occupo di ambiente e, per quanto possa sembrare incredibile, a volte mi diverto anche a farlo. A volte invece penso di aver sbagliato mestiere, ammesso che ci siano mestieri giusti e mestieri sbagliati.
Quello che è certo è che mi piacerebbe viaggiare, di mestiere. Ma non so se posso definirmi davvero un viaggiatore. Un po’ di posti li ho visti, certo: soprattutto in Europa, fuori molto meno. Un pezzetto di America Latina e poco altro. In Africa conosco solo il Marocco, che ormai è un po’ la mia seconda casa; lì ho un fratello berbero che vive sull’Alto Atlante e una squadra di nipotini a cui ogni tanto vado a portare regali. Ad oriente non mi sono mai spinto oltre l’Iran.
A viaggiare ho iniziato abbastanza tardi, per diversi motivi con cui non vi annoio. Ma quando ho iniziato ho capito che è una delle poche cose che mi fa star bene, anche senza sapere dove sto andando, e qualche volta neanche perché. Scrivere è un’altra di queste cose, e così a un certo punto mi è venuto naturale cercare di metterle insieme.
Mi è piaciuto molto il tuo racconto, Piero. Sono tornata in Iran insieme a tutti voi. Un paese che mi ha affascinata e coinvolta e che tu sai raccontare oltre la descrizione, colleghi storia e cultura, lo fai vivere per quello che oggi è con la sua gente e le sue contraddizioni. Se partissi oggi per l’Iran vorrei leggere il tuo viaggio perché partirei con i pori della pelle ancora più aperti. E ci sei tu in questo racconto, silenzioso, presente, sensibile, con la mente aperta e il cuore in ascolto. Kheyli mamnon
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Piero, devo dire che hai raccontato la nostra esperienza di ”paura”? in aereo con ironia e simpatia. Ho apprezzato. Come nel primo capitolo mi riporti in Iran e mi fai rendere ancora più conto di quanto intenso sia stato questo viaggio dal punto di vista storico, artistico ed umano. Ti sei riconquistato l’invito al mare!
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Oh finalmente qualcosa che rompe la noia di una domenica passata a mettere in ordine gli armadi…e anche nel terzo capitolo mi sorprende la tua capacità di farmi viaggiare ancora. Chiudo gli occhi e rivedo quelle giornate dalla tomba di Ciro, luogo che mi ha emozionato tanto e tutto il resto. Quando parli dell’Iran di oggi penso alle ns domande, alle chiacchiere con le donne iraniane, alle riflessioni tra di noi. Un altro bel regalo da parte tua. Merci
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Piero, anche questo quarto capitolo conferma il trend di alto livello. Esfahan e lo scatenamento di shopping… ne approfitto per dirti che anche le mie amiche che ti hanno letto ti trovano proprio bravo. E poi che non è vero che mangiavi tanto. Un abbraccio, qui si può!
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Grazie anche per tutti i punti di domanda
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Franca, che dire? Grazie, troppo buona. Grazie per aver voluto pubblicare i tuoi commenti. Ribadisco: sono tra le migliori “recensioni” della mia “carriera”. Un abbraccio.
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intenso, reale ed esilarante il tuo racconto alle cascate di Ouzoud….ricordi di viaggi in Marocco fatti da sola ritornano in mente, in un banale pomeriggio post ferie….grazie;)
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