Diario fotografico di un weekend a Biella e nel biellese, alla scoperta di un territorio che sta cambiando pelle e che riserva grandi sorprese, c0n gli amici ascoltatori di Radio Popolare con cui abbiamo condiviso già tanti viaggi e con l’organizzazione di ViaggieMiraggi, in questo caso di Enrico De Luca, biellese doc e nostro appassionato cicerone.
Una delle mete principali di questo breve viaggetto, e anche il posto che ci ha ospitato per la notte, negli alloggi di solito destinati agli studenti. E’ la fondazione Pistoletto – Cittadellarte, creata da Michelangelo Pistoletto, uno dei più grandi artisti contemporanei viventi, forse il principale esponente dell’arte povera. Siamo negli spazi ricavati dal restauro della “bella fabbrica” del lanificio Trombetta, costruito tra la fine dell’ottocento e i primi anni del novecento. E quando entriamo, chi ti incontriamo, subito lì, nel cortile? Proprio lui, Pistoletto in persona! Ok, ammettiamolo, non era lì per accogliere noi, ma… quale migliore occasione per una photo opportunity?

Ed ecco la Venere degli stracci, uno dei capolavori di Pistoletto, l’espressione dell’arte povera per eccellenza, il bello idealizzato dell’arte classica insieme ai rifiuti.
Luogo multiconfessionale di raccoglimento e di preghiera: Nell’estate del 2000, all’interno dell’Istituto oncologico Paoli-Calmettes di Marsiglia, viene inaugurata l’opera di Pistoletto Lieu de recuillement et de prière. Si tratta di uno spazio suddiviso in cinque sezioni, separate da una griglia, disposte attorno ad un’area centrale come i petali di un fiore. In quattro sezioni è collocato il simbolo di una religione, nella quinta, dedicata ai laici e a ogni altra confessione, alcuni libri. L’area centrale ospita il Metro cubo d’infinito, un’opera di Pistoletto del 1966, costituita da un cubo formato da sei specchi con la superficie riflettente rivolta verso l’interno.
E qui, la nostra guida ci mostra la sintesi di tutto: il terzo paradiso, rielaborazione dell’infinito, che mette insieme il paradiso naturale con quello artificiale.
Tutte le altre curiosità le potete soddisfare qui:
L’agriturismo Ca’ d’Andrei, dove abbiamo gustato un ricco pranzo a base dei sapori della terra biellese: diversi tipi di formaggi, gnocchi di castagne, tagliolini, bollito e polenta…
Qui Andrea ci racconta con passione la sua storia e la sua attività…
E qui la guardiamo più da vicino.
Se oggi si inaugura un birrificio artigianale che si chiama “Un terzo” e che ha già la bellezza di cinque birre diverse tutte da provare, possiamo mancare?
La vocazione di Biella per l’arte contemporanea non si esaurisce con Pistoletto e la sua Cittadellarte: c’è anche il MACIST (Museo d’Arte Contemporanea Internazionale Senza Tendenze), un museo dal nome originale, anche questo ricavato in una fabbrica dismessa, dove si producevano oggetti d’oro. E’ piccolo ma molto interessante. Qui, per esempio, abbiamo un’opera di Omar Ronda, un altro grande artista biellese che abbiamo avuto l’opportunità di incontrare fugacemente.
E questo è un artista cubano che costruisce città di cera.
Il MACIST ospita anche esposizioni temporanee, come quella di Bertozzi e Casoni, due artisti della ceramica che hanno realizzato, tra l’altro, questo incredibile Pinocchio anziano seduto su una pila di “suoi” libri, naturalmente anch’essi di ceramica…
Un altro appuntamento assolutamente imperdibile, se si va a Biella: quello con la birra Menabrea, a mio modesto avviso la migliore birra italiana. E se è cruda è ancora più buona.
Biella, nel suo piccolo, sa essere anche città d’arte. Questa è la chiesa della Santissima Trinità…
con il suo altare ligneo del XVII secolo.
E questo è il battistero, il cui primo nucleo risale al IX secolo, costruito in stile romanico con ciottoli di fiume locali.
La Chiesa di San Sebastiano.
Uno scorcio di una delle “coste” che salgono verso il Piazzo, la parte alta della città, con la madonna del santuario di Oropa.
Ed eccoci, al Piazzo: questa è la chiesa di San Giacomo, “gemellata” con la Cattedrale di Santiago de Compostela, che il “Don” locale ci ha spiegato… al prezzo di una preghierina.
E questa è la chiesa di S. Anna.
Di nuovo nei dintorni, per un pranzo all’interno dell’affascinante complesso del Ricetto di Candelo, una struttura fortificata medievale dove anticamente, in una serie di edifici, venivano stoccate granaglie ai primi piani, mentre i piani bassi erano destinati a cantina. Le mura e le torri sono l’apoteosi dei ciottoli di fiume.
E nella magica atmosfera del ricetto si può incontrare anche un burbero artigiano che suona la ghironda, un antico strumento che ci sta proprio bene, tra queste mura medievali. Ma pare che sia molto usato ancora oggi, almeno nel “pagan folk”, che non so bene cosa sia ma… sarebbe divertente vederlo in concerto. L’ha costruita lui, naturalmente. E c’è da dire che non si limita agli strumenti medievali, ma costruisce strumenti un po’ con tutto: racchette, stampelle…
E per finire, la sorpresa forse più grande: vi sembrerà incredibile ma… nel biellese c’è un posto che, come paesaggio, ricorda da matti la savana! E’ la baraggia, una riserva naturale protetta con un ambiente davvero unico a queste… latitudini.
E’ qui che ci salutiamo e ringraziamo Enrico per questo fine settimana insolito, pieno di incontri e di sorprese… abbiamo incrociato, a passeggio per il Piazzo, niente meno che il marchese Francesco Lamarmora, discendente di cotanta dinastia. Abbiamo scoperto che la Vespa è stata progettata a Biella, e che qui c’è una sinagoga con la Torah ancora in uso più antica del mondo. E abbiamo conosciuto anche, per esempio, una cooperativa edilizia che fa un grande lavoro sociale; la sede, che è anche quella di ViaggieMiraggi Piemonte e di Slow Food, è in un edificio industriale dei primi del novecento che loro hanno recuperato, che è destinato in parte ad abitazioni “sociali” e che accoglie soprattutto donne che hanno bisogno di un rifugio. Insomma, abbiamo avuto modo di incontrare tante persone che, con intelligenza, dedizione e passione fanno vivere questo territorio che è stato davvero piacevole scoprire.
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